Al Presidente del
Consiglio Comunale, Avv Carlo Benedetti.
Oggetto: mozione ai sensi
dell'art 24, comma 3 e 4, del Regolamento del Consiglio Comunale,
cittadinanza onoraria a Patrizia Aldovrandi ed Ilaria Cucchi.
Premesso
che il Comune dell''Aquila,
Città della Pace, si è distinto per la sensibilità verso
problematiche di carattere civile, umanitario e sociale, riconoscendo
la cittadinanza onoraria ad esponenti del mondo politico e culturale
che si sono impegnati su questi temi;
che il Consiglio Comunale ha
ritenuto di esporre nella propria sede comunale le bandiere che
rappresentano il popolo tibetano e palestinese e quindi di sostenere
la loro causa;
che la nostra città così
provata dal dolore della tragedia del terremoto può “sentire”
il dolore di altri cittadini privati del futuro;
Ritenuto
che il caso Aldovrandi e il
caso Cucchi hanno suscitato sgomento ed indignazione nella comunità
nazionale ed internazionale (vedi nota);
che la Magistratura ha
riconosciuto che Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi sono state
vittime di una ingiustizia perpetrata da esponenti dello Stato mentre
assolvevano alle loro funzioni, che in entrambi i casi, oltre alla
violenza praticata, quello che ha stupito ed offeso la coscienza
civile è stata l'opera di depistaggio messa in atto da settori dello
Stato medesimo;
che Patrizia Aldovrandi,
madre di Federico, ed Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, hanno
lottato per anni al fine di ottenere giustizia; che più volte sono
state offese e oltraggiate nel loro dolore; che nonostante ciò hanno
continuato nella loro battaglia di civiltà volta a ripristinare i
valori di uno Stato Democratico e di Diritto, dove il corpo di un
“fermato” o “arrestato” è da ritenersi “sacro”;
che per tale ragione
Patrizia Aldovrandi ed Ilaria Cucchi sono da considerarsi cittadine
esemplari e modelli da indicare per come hanno lottato, civilmente e
pacificamente, credendo sempre nello Stato, per ottenere giustizia;
Considerato tutto
quanto scritto:
Il Consiglio Comunale
conferisce loro la cittadinanza onoraria di L'Aquila Città della
Pace;
Il Consiglio Comunale
esprime solidarietà a quanti tuttora (vedi caso Uva e caso Bianzino
ed altri) chiedono verità e giustizia sulla sorte dei loro cari
morti in circostanza oscure, mentre erano “nelle mani” dello
Stato”.
Nota:
Caso Aldovrandi. La notte
del 25 settembre 2005 una pattuglia della Polizia di stato ferma
Federico Aldovrandi, descritto in stato di agitazione, chiama
rinforzi e nella colluttazione che segue Federico Aldovrandi viene
ucciso (due manganelli si rompono e Federico muore per “asfissia da
posizione”, con il torace schiacciato sull'asfalto dalle ginocchia
dei poliziotti).
La famiglia venne avvertita
solo alle 11 del mattino seguente e fu informata di un decesso
dovuto ad un malore; di fronte a 54 lesioni ed ecchimosi presenti sul
corpo del ragazzo, la famiglia non ritenne credibile la versione
ufficiale.
Il 21 giugno 2012 la Corte
di Cassazione ha reso definitiva la condanna a 3 anni e 6mesi di
reclusione per eccesso colposo in omicidio colposo ai quattro
poliziotti Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani, Luca
Pollastri.
Il 5 marzo 2010 altre tre
poliziotti sono stati condannati, nel processo bis, per
depistaggio. \
L'allora capo della Polizia,
Antonio Manganelli, in visita privata si scusò a nome della Polizia
di Stato.
Caso Cucchi. Il 15 ottobre
2009 Stefano Cucchi viene trovato in possesso di alcuni grammi di
hascisch, cocaina ed antiepilettici (il giovane era epilettico).
Venne decisa la custodia cautelare a Regina Coeli.
Alla data del fermo Stefano
non aveva lesioni, dopo una settimana di custodia cautelare
presentava lesioni multiple, fratture alla mascella, all'addome, al
torace, un'emorragia alla vescica, altre due fratture alla colonna
vertebrale e aveva perso 6 chili.
La famiglia ebbe notizie di
Stefano quando un ufficiale giudiziario si recò presso la loro
abitazione per chiedere l'autorizzazione all'autopsia.
Il 5 giugno 2013 la III
Corte d'Assise di Roma condanna, in primo grado, quattro medici
dell'ospedale Sandro Pertini ad un anno e quattro mesi ed il primario
a due anni di reclusione per omicidio colposo. Un altro medico
viene condannato ad otto mesi per falso ideologico.
La famiglia presenterà
ricorso in Appello ritenendo non adeguata alla gravità dei fatti la
condanna.
Enrico Perilli
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