venerdì 27 settembre 2013

Prc L'Aquila:Mozione per la Cittadinanza onoraria a Patrizia Aldrovandi e Ilaria Cucchi

Al Presidente del Consiglio Comunale, Avv Carlo Benedetti.




Oggetto: mozione ai sensi dell'art 24, comma 3 e 4, del Regolamento del Consiglio Comunale, cittadinanza onoraria a Patrizia Aldovrandi ed Ilaria Cucchi.




Premesso

che il Comune dell''Aquila, Città della Pace, si è distinto per la sensibilità verso problematiche di carattere civile, umanitario e sociale, riconoscendo la cittadinanza onoraria ad esponenti del mondo politico e culturale che si sono impegnati su questi temi;

che il Consiglio Comunale ha ritenuto di esporre nella propria sede comunale le bandiere che rappresentano il popolo tibetano e palestinese e quindi di sostenere la loro causa;

che la nostra città così provata dal dolore della tragedia del terremoto può “sentire” il dolore di altri cittadini privati del futuro;

Ritenuto

che il caso Aldovrandi e il caso Cucchi hanno suscitato sgomento ed indignazione nella comunità nazionale ed internazionale (vedi nota);

che la Magistratura ha riconosciuto che Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi sono state vittime di una ingiustizia perpetrata da esponenti dello Stato mentre assolvevano alle loro funzioni, che in entrambi i casi, oltre alla violenza praticata, quello che ha stupito ed offeso la coscienza civile è stata l'opera di depistaggio messa in atto da settori dello Stato medesimo;

che Patrizia Aldovrandi, madre di Federico, ed Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, hanno lottato per anni al fine di ottenere giustizia; che più volte sono state offese e oltraggiate nel loro dolore; che nonostante ciò hanno continuato nella loro battaglia di civiltà volta a ripristinare i valori di uno Stato Democratico e di Diritto, dove il corpo di un “fermato” o “arrestato” è da ritenersi “sacro”;

che per tale ragione Patrizia Aldovrandi ed Ilaria Cucchi sono da considerarsi cittadine esemplari e modelli da indicare per come hanno lottato, civilmente e pacificamente, credendo sempre nello Stato, per ottenere giustizia;

Considerato tutto quanto scritto:

Il Consiglio Comunale conferisce loro la cittadinanza onoraria di L'Aquila Città della Pace;

Il Consiglio Comunale esprime solidarietà a quanti tuttora (vedi caso Uva e caso Bianzino ed altri) chiedono verità e giustizia sulla sorte dei loro cari morti in circostanza oscure, mentre erano “nelle mani” dello Stato”.


Nota:
Caso Aldovrandi. La notte del 25 settembre 2005 una pattuglia della Polizia di stato ferma Federico Aldovrandi, descritto in stato di agitazione, chiama rinforzi e nella colluttazione che segue Federico Aldovrandi viene ucciso (due manganelli si rompono e Federico muore per “asfissia da posizione”, con il torace schiacciato sull'asfalto dalle ginocchia dei poliziotti).
La famiglia venne avvertita solo alle 11 del mattino seguente e fu informata di un decesso dovuto ad un malore; di fronte a 54 lesioni ed ecchimosi presenti sul corpo del ragazzo, la famiglia non ritenne credibile la versione ufficiale.
Il 21 giugno 2012 la Corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna a 3 anni e 6mesi di reclusione per eccesso colposo in omicidio colposo ai quattro poliziotti Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani, Luca Pollastri.
Il 5 marzo 2010 altre tre poliziotti sono stati condannati, nel processo bis, per depistaggio. \
L'allora capo della Polizia, Antonio Manganelli, in visita privata si scusò a nome della Polizia di Stato.


Caso Cucchi. Il 15 ottobre 2009 Stefano Cucchi viene trovato in possesso di alcuni grammi di hascisch, cocaina ed antiepilettici (il giovane era epilettico). Venne decisa la custodia cautelare a Regina Coeli.
Alla data del fermo Stefano non aveva lesioni, dopo una settimana di custodia cautelare presentava lesioni multiple, fratture alla mascella, all'addome, al torace, un'emorragia alla vescica, altre due fratture alla colonna vertebrale e aveva perso 6 chili.
La famiglia ebbe notizie di Stefano quando un ufficiale giudiziario si recò presso la loro abitazione per chiedere l'autorizzazione all'autopsia.
Il 5 giugno 2013 la III Corte d'Assise di Roma condanna, in primo grado, quattro medici dell'ospedale Sandro Pertini ad un anno e quattro mesi ed il primario a due anni di reclusione per omicidio colposo. Un altro medico viene condannato ad otto mesi per falso ideologico.
La famiglia presenterà ricorso in Appello ritenendo non adeguata alla gravità dei fatti la condanna.

Enrico Perilli

Capogruppo Prc Comune L'Aquila

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