giovedì 31 marzo 2011

L'AQUILA VENERDì 1 APRILE PRESIDIO CONTRO OGNI GUERRA E CONTRO OGNI REGIME

Il giorno venerdì primo aprile dalle ore 18.30 si svolgerà in piazza Duomo un presidio contro ogni guerra e contro ogni regime, per fermare i bombardamenti e per una soluzione diplomatica alla crisi libica, per la solidarietà e per l'accoglienza dei migranti e dei profughi di guerra.

Facciamo appello a tutte le donne e gli uomini che ritengono che nessuna guerra possa essere umanitaria.

L'iniziativa cittadina si inserisce all'interno della mobilitazione nazionale contro la guerra che culminerà nella manifestazione di sabato 2 aprile a Roma.

www.dueaprile.org


ADERISCONO:

Circolo Arci Querencia L'Aquila
Arci Servizio Civile L'Aquila
Libera L'Aquila
Unione degli Universitari - UDU L'Aquila
Comunità 24 Luglio L'Aquila
Donne in Nero L'Aquila
Comitato 3e32
Epicentro Solidale
FIOM Cgil provinciale
Giovani Comunisti L'Aquila
PRC provinciale L'Aquila
PDCI provinciale L'Aquila
SEL provinciale L'Aquila
Sinistra Critica provinciale L'Aquila

mercoledì 23 marzo 2011

Sul protocollo d'intesa Gran Sasso Campo Felice Magnola

LE RISORSE DESTINATE ALLA RICOSTRUZIONE POST SISMA NON DEVONO ESSERE DIROTTATE SU INTERVENTI DI DISTRUZIONE DEI TERRITORI PROTETTI

Dopo la prima e partecipatissima assemblea del 23 febbraio scorso, sono tornate a riunirsi le Associazioni Ambientaliste Abruzzesi, congiuntamente ai Comitati di cittadini impegnati sulle problematiche della ricostruzione.

All’ordine del giorno l’analisi delle azioni da mettere in atto per contrastare la serie di progetti devastanti e anacronistici, tirati fuori da vecchi cassetti, a scapito della biodiversità e del paesaggio di zone di particolare pregio del territorio aquilano.

Devastanti perché prevedono prioritariamente la modifica permanente del territorio con infrastrutture sciistiche e campi da golf nel cuore del sistema delle aree protette dell’Appennino, in aree ricchissime di biodiversità e risorse ecologiche e per questo ricadenti in zone SIC e ZPS, sottoposte anche a tutela da Direttive Comunitarie. Nessuna considerazione, neanche un accenno alla tutela delle specie animali e vegetali, nonché degli habitat prioritari.

Anacronistici perché in tali progetti non vi è alcuna novità o analisi delle reali condizioni ed esigenze del territorio, ma solo vecchi progetti più volte bloccati e che oggi si vuole far approvare con procedure di urgenza.

IL Protocollo d’Intesa sottoscritto a Roma, Palazzo Chigi, il 17 febbraio 2011

Il Protocollo delinea in premessa, coerentemente con il QRR (Quadro Regionale di Riferimento) della Regione Abruzzo, una serie di azioni per la valorizzazione ambientale e agrosilvopastorale. Di fatto, poi, queste non trovano la conseguente declinazione programmatico-finanziaria, e si propongono come prioritarie e realizzabili solo le infrastrutture sciistiche ed i campi da golf. Il cemento ed il movimento terra sono, di fatto, l’unico motore del protocollo.

Seppure il Protocollo, sempre e solo in premessa, confermi una necessaria azione di recupero dei Centri Storici, di fatto non ne dichiara la priorità, né le modalità. L’Intesa sembra unicamente rivolta a sottrarre energie programmatiche, e soprattutto fondi, alla più urgente necessità di ricostruzione dei Centri storici. Interventi più volte annunciati, e mai realizzati, a forte impatto ambientale e paesaggistico, sono oggi riproposti grazie alla disponibilità dei fondi per la ricostruzione del cratere.

Le proposte non sembrano neanche rispondere alle reali necessità di lavoro accentuate nel post-sisma. E’ del tutto assente una visione organica dello sviluppo turistico del territorio, e in particolare manca qualsiasi riferimento alle infrastrutture viarie e ferroviarie del comprensorio, né ci si preoccupa del rilancio mirato, anche attraverso la Zona Franca, del sistema delle aree produttive ASI/NSI.

Le criticità rilevate

Le ipotesi di “sviluppo” delineate nel Protocollo appaiono in palese contrasto con il quadro programmatico e pianificatorio vigente a tutti i livelli istituzionali: dalla Legge 394 (Legge quadro sui Parchi) ai Decreti istitutivi delle aree protette, dalla Regione alle Provincie ed agli stessi strumenti urbanistici comunali. Tutti gli interventi, ancorché appena delineati, sono in palese contrasto con gli strumenti vigenti; per il loro devastante impatto abbisognano, inoltre, di una VAS preliminare.

Molti sono gli interventi dati per “cantierabili” che non sono stati sottoposti a nessuna verifica tecnico-ambientale in particolare:

  • il collegamento sciistico tra le stazioni invernali di Ovindoli e Campo Felice;

  • la “Cittadella della Montagna” originariamente assente nel Progetto Speciale Regionale Scindarella-M.Cristo e le previsioni insediative ricettive, inserite illegittimamente “all’ultimo momento”.

A rischio sarebbero i corridoi ecologici di grande importanza per alcune specie di animali particolarmente protetti, tra cui, prima di tutto, l’orso bruno marsicano, a causa di interventi in evidente contrasto anche con le raccomandazioni del PATOM (Piano di Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano) approvato e reso esecutivo dalla Regione con DGR n.469 del 14.6.2010.

Alcuni interventi, come i campi da golf in quota, sono stati più volte bocciati perché incompatibili con la vocazione ambientale dei luoghi e palesemente distruttivi delle unicità floristiche e faunistiche presenti sugli altopiani delle Rocche e di Piani di Pezza.

Il Protocollo delinea uno sviluppo che privilegia pochi comuni, senza prendere in considerazione una piattaforma diffusa di interventi ordinari, più moderati e rispondenti al rilancio ed all’incentivazione di quelle poche “resistenze produttive” sopravvissute e alla ripartenza di iniziative autoctone.

Non sono considerati gli studi sui cambiamenti climatici e i loro effetti, per i prossimi anni, sul manto nevoso, né sulle riserve d’acqua. L’acqua, in montagna, è bene indispensabile alla sopravvivenza delle attività agro-silvo-pastorali, nonché dei fragili e delicati ecosistemi montani, e non può essere dirottata su campi da golf e impianti di innevamento artificiale.

Lo stesso Protocollo infine è in netto contrasto persino con le Linee di indirizzo strategico per la ripianificazione del territorio del Commissario STM (pag.143) che delinea il fallimento delle stazioni sciistico-invernali insieme all’insostenibilità dell’innevamento artificiale.

Il Protocollo appare perciò non rispondente alle sue stesse premesse, velleitario per i contenuti e le proposte avanzate e illegittimo per le forme e le procedure ipotizzate. Inoltre, Presidenti di Parchi, di Regione, di Provincia e Sindaci firmatari, anche alla luce della recente Sentenza del TAR Lazio del 21.2.2011 avverso l’OPCM 3833/09, non avevano, per lo più, specifico mandato democratico a impegnare le rispettive amministrazioni a scelte di ripianificazione, tra l’altro in contrasto con la normativa specifica per le aree protette

Mentre è fin troppo chiaro che i costi degli interventi ricadrebbero sugli Enti pubblici, con fondi sottratti al rilancio economico di tutto il cratere, non è stata fatta nessuna considerazione sulla praticabilità economico-ambientale degli interventi. Il Protocollo è privo di qualsiasi analisi economica a favore del modello di sviluppo individuato, mentre ve ne sono decine che dimostrano, al contrario, che si tratta di un’impresa fallimentare.

PIANO DI AZIONE

Molte le iniziative in via di definizione da parte dei firmatari del presente documento. Tra queste:

  • Sensibilizzazione ed informazione sistematica della popolazione aquilana, abruzzese e dell’opinione pubblica nazionale sulla reale portata dello sperpero di denaro programmato.

  • Azioni legali per evitare che lo scempio sia perpetrato, tra l’altro, senza le verifiche che la legge richiede per le opere ricadenti in aree protette e in aree tutelate dalle direttive europee;

  • Predisposizione di un “ Piano di tutela e valorizzazione delle risorse ecologiche dell’area aquilana”, una proposta cioè di rilancio turistico ed economico basata sulle migliori conoscenze scientifiche disponibili, sul miglioramento della qualità delle risorse naturali e sul potenziamento e la promozione dell’offerta turistica , senza sprechi di risorse economiche ed ambientali e senza sottrarre risorse alla ricostruzione, fornendo dati scientifici sui benefici economici e occupazionali per le comunità locali degli interventi previsti e quantificando i servizi ecosistemici forniti dalle risorse ambientali dell’area.

  • La nascita di un Coordinamento permanente tra tutte le forze in campo: Associazioni Ambientaliste Nazionali e locali, Comitati, Sindacati e Partiti Politici.

Firmato

ALTURA Abruzzo – Associazione Interpreti Naturalistici - Gruppo Naturalisti Rosciolo - Italia Nostra L’Aquila - LIPU Abruzzo - Legambiente L’Aquila - Mountain Wilderness Abruzzo - Pro Natura Abruzzo - WWF Abruzzo - Comitato acqua pubblica L'Aquila - Associazione Onlus Cittadini per i Cittadini - Circolo Valorizzazione Terre Pubbliche - Comitato 3e32 - Comitatus Aquilanus - Ass. Naz. Arti e Maestri di Strada - CGIL, Camera del Lavoro di L’Aquila - CGIL Abruzzo – PRC L’Aquila – Forum Ambiente e Territorio SEL di L’Aquila.

lunedì 21 marzo 2011

Venerdì 25 marzo "Introduzione a Lenin" con Gianni Fresu

Prossimo seminario del corso "Veniamo da lontano, andiamo lontano"

"Introduzione a Lenin" relatore: Gianni Fresu (Università di Cagliari)

Venerdì 25 marzo ore 16:00

Sala Ignazio Silone, Palazzo dell'Emiciclo della Regione Abruzzo, Villa Comunale L'Aquila

Ai partecipanti saranno fornite dispense con una selezione di testi sull'argomento trattato

Sarà inoltre possibile acquistare, a costo ridotto rispetto al prezzo di copertina, il testo di Gianni Fresu Lenin lettore di Marx, La città del sole, Napoli, 2008 (leggi le recensioni)

per iscrizioni, email: formazione.fds@gmail.com, tel. 3356651241 – 3890495143 - 3939080800


Aggiornamento - Video del Seminario:

domenica 20 marzo 2011

LIBIA: LA GUERRA “UMANITARIA” E’ CONTRO I POPOLI E PER IL PETROLIO

Documento del Dipartimento Esteri e Pace del Partito della Rifondazione Comunista

LA GUERRA “UMANITARIA” E’ CONTRO I POPOLI E PER IL PETROLIO

APPELLO ALLA MOBILITAZIONE PER LA PACE CONTRO LA PARTECIPAZIONE DELL’ITALIA ALLA GUERRA

Una nuova odiosa sporca guerra per il petrolio è cominciata in questi giorni contro la Libia. L’Italia è ridotta ad una portaerei e in violazione dell’art.11 della Costituzione decide - per dirla con l’indimenticato don Tonino Bello- di diventare “un arco di guerra proteso minaccioso nel Mediterraneo”. Di nuovo il parlamento è ridotto ad una caserma, con una votazione bipartisan a favore della guerra, e con una grottesca ed ingloriosa corsa a scavalcare a destra il governo come la disponibilità espressa da Di Pietro anche per l’intervento militare di terra.

  • L’Italia è la linea del fronte e non da adesso. L’unica preoccupazione dei nostri governanti è stata sempre e solo quella di contenere e respingere i profughi e di mantenere salde le mani sul petrolio e il gas libico. In tutti questi anni le aspirazioni alla libertà di quel popolo sono state frustrate, ignorate e derise per fino dai baciamani nei confronti del capo di quel regime oppressivo.
  • Per lungo tempo e anche nelle ultime settimane l’Europa e la comunità internazionale sono state prima complici dei regimi corrotti del Magrheb e poi mute davanti alle rivolte arabe per la giustizia sociale e la libertà. Non una politica di cooperazione è stata avanzata, non una revisione degli accordi economici neoliberisti che hanno affamato quei popoli è stata presa. Di nuovo silenzio e complicità accompagnano la sanguinosa repressione delle masse arabe nello Yemen e nel Bahrein.

Tutto il mondo sa che invece in Libia si interviene con la devastante forza dei bombardamenti non per sostenere le legittime aspirazioni di quel popolo all’autodeterminazione e alla democrazia, ma per arrivare a spartirsi quel paese tra le multinazionali del petrolio.

Con un copione ormai logoro si ripropone tutta la retorica ipocrita dell’interventismo democratico e della guerra umanitaria. Di nuovo tornano a braccetto alimentandosi l’un l’altra i due attori della guerra di civiltà: l’occidente capitalista da un lato e il fondamentalismo religioso dall’altro. Si vuole cioè far girare al contrario l’orologio della storia. Ogni cruise lanciato su Tripoli è nuovo odio che i fondamentalisti mettono in cascina in tutto il mondo arabo. Perché nemici di multinazionali e fondamentalisti religiosi, sono i popoli e la loro volontà di autodeterminarsi costruendo esperienze democratiche non più prigioniere del pensiero unico del mercato. Tutto deve tornare alla guerra al terrore perché il cambiamento del mondo arabo chiede una via diversa di risoluzione della crisi economica da quella prospettata dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale.

Respingiamo per questo l’inaccettabile ricatto “o stai con Gheddafi o stai con i bombardieri della Nato”. Noi siamo contro la guerra sempre, senza se e senza ma , perché tutte le “guerre umanitarie” hanno dimostrato il loro fallimento degli obiettivi dichiarati – tutelare i civili e promuovere la democrazia – mentre si sono tutti realizzati gli obiettivi nascosti e denunciati dal movimento per la pace (mettere le mani sulle risorse energetiche, ingrassare con le spese militari e con la corsa agli armamenti le lobby al potere, sostenere regimi fantoccio falsamente democratici).

Rifondazione Comunista non si arruola alla guerra, sostiene la lotta dei popoli per la liberazione e al contempo si oppone con forza all’intervento militare occidentale e all’uso delle basi poste sul nostro territorio. Ogni tentennamento della sinistra e delle organizzazioni sindacali su questo aprirebbe la strada alla definitiva cancellazione dell’art.11 della Costituzione e rappresenterebbe una gravissima regressione culturale in grado di sdoganare la guerra come strumento possibile ed accettabile della politica. Guerra e umanità sono incompatibili. Un’altra strada è possibile a cominciare dalla protezione umanitaria per i profughi e da una conferenza internazionale sul Mediterraneo e da una mediazione politica/diplomatica che porti all’immediato cessate il fuoco e ad una riconciliazione della Libia dentro un quadro unitario e democratico.

domenica 6 marzo 2011

Giovedì 10 marzo primo seminario del corso "Veniamo da lontano, andiamo lontano"


Giovedì 10 marzo, ore 16:00
c/o Camera del Lavoro - CGIL, via Saragat (zona industriale di Pile), L'Aquila

primo seminario del corso di formazione politico culturale "Veniamo da Lontano, andiamo lontano"

"Introduzione a Marx" - relatore Maurizio Donato (Università di Teramo)

Ai partecipanti saranno fornite dispense con una selezione di testi sull'argomento trattato

per iscrizioni, email: formazione.fds@gmail.com, tel. 3356651241 – 3890495143 - 3939080800

mercoledì 2 marzo 2011

Studenti allontanati dalla nuova casa dello studente

I sottoscritti Antonio Saia Consigliere regionale del Partito dei Comunisti Italiani e Maurizio Acerbo Consigliere regionale di Rifondazione Comunista.

Premesso che
l’azienda per il Diritto allo Studio dell’Aquila nei giorni scorsi ha assunto un grave provvedimento punitivo nei confronti di 8 studenti;
Tale provvedimento consiste nell’espulsione dalla nuova Casa dello Studente e della revoca dell’assegno di studio agli 8 studenti, pena comminata per il solo fatto di aver fumato una sigaretta presso la Sala Studio della struttura, e nei giorni precedenti era stata espulsa una ragazza per aver usato un fornellino elettrico.

Sottolineato che
le più comuni regole giuridiche dovrebbero insegnare a tutti che la pena deve essere sempre commisurata alla irregolarità commessa, mentre nel caso specifico vi è una enorme ed evidente sproporzione.

Rilevato infine che
alcuni degli 8 studenti, così severamente puniti, sono extracomunitari, potrebbe nascere il sospetto che sulla decisione abbia potuto incidere anche una discriminazione di tipo razzista.

INTERPELLANO

il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore regionale per il Diritto allo Studio, per sapere:
1. Se sono a conoscenza dei fatti rappresentati e quale giudizio esprimono sul comportamento assunto dagli organi di gestione dell’Azienda per il diritto allo Studio dell’Aquila.
2. Se la decisione presa sia un atto personale del direttore dell’Azienda per il diritto allo Studio dell’Aquila o se esso sia stato un provvedimento firmato da tutto il cda.
3. Se non ritengano che le pene inflitte agli 8 studenti ed alla ragazza siano assolutamente ed incomprensibilmente sproporzionate alla natura delle irregolarità commesse (che certo non si possono considerare come reato).
4. Se non ritengano opportuno ed urgente intervenire nei confronti della dirigenza dell’Azienda per il Diritto allo Studio dell’Aquila per chiedere la revoca immediata del provvedimento assunto nei confronti degli 8 studenti e della ragazza, e il ripristino nei loro confronti delle provvidenze revocate (se nel caso trasformando i provvedimenti punitivi in ammenda, certamente molto più lieve e comunque commisurata alle lievi irregolarità commesse).

L’Aquila, 02/03/2011

Il consigliere dei Comunisti Italiani
Antonio Saia

Il consigliere di Rifondazione Comunista
Maurizio Acerbo