Ieri mattina, insieme all’inossidabile Antonio Perrotti, ho tenuto una conferenza stampa
a L’Aquila per illustrare i contenuti dell’interrogazione sul progetto
di centrale a biomasse a Bazzano e più in generale sulla questione del
proliferare di impianti nel territorio regionale.
Nell’interrogazione
elenchiamo tutte le criticità relative al progetto di Bazzano. Anche il
WWF nei giorni scorsi ha chiesto alla Regione di riesaminare il progetto.
La prossima settimana presenteremo un progetto di legge sul tema perché riteniamo assurdo che si usino risorse ricavate dalle bollette dei cittadini per creare un far west energetico.
L’interrogazione costituisce un nutrito dossier che dovrebbe far riflettere Chiodi, la Giunta e l’intero Consiglio Regionale.
Buona lettura!
Interrogazione
Oggetto: Centrale a Biomasse Bazzano – L’Aquila
Premesso che l’UE con la Direttiva 2001/77/CE favorisce in tutti i modi la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;
Visto l’art 32 della Costituzione “La Repubblica tutelala salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”;
Visto l’art. 12 del D. Lgs. 387/03 teso a velocizzare la procedura senza però bypassare, da un lato, competenze istituzionali e, dall’altro, una puntuale ed organica valutazione degli impatti in una logica di bilanciamento e preventiva ponderazione concertata tra le esigenze connesse alla produzione di energia e gli interessi ambientali e civili;
Considerato che singolarmente tutti gli impianti al di sotto dei 999 kWh non devono essere sottoposti a VIA;
Considerato che la corsia preferenziale insieme agli incentivi previsti per impianti “agricoli” di potenza elettrica inferiore/uguale a 999 kWh conseguentemente delineati per i proponenti di tali progetti, hanno creato una proliferazione di richieste sull’intero territorio provinciale (almeno 5);
Visto che nel Comune di L’Aquila sono, in tale logica, pervenute già tre richieste di impianti (Aragno, ENI, Bazzano) e che quella di Bazzano, in particolare, sembra essere pervenuta all’inizio lavori;
Dato atto dei fenomeni speculativi generati e dell’estemporaneità ed episodicità delle proposte di intervento in gran parte interferenti e sovrapposte sia sui bacini di attingimento per le biomasse che sulle aree di rilascio degli inquinanti;
Considerato che le Valutazioni dei referenti tecnici ai vari livelli e quelle dell’ARAEN (Agenzia Regionale per l’Energia), espresse sul singolo intervento , ( e magari senza i rappresentanti dell’Ispettorato Forestale, dell’Ente Parco o delle Amministrazioni Separate competenti), non hanno potuto verificare la veridicità dei dati relativi alle biomasse realmente disponibili e agli effetti cumulo possibili a valle della “procedura di produzione dell’energia”;
che in molte ricerche della Regione e nel Piano specifico viene di fatto delineata una capacità regionale di produzione di biomasse forestali di circa 100.000 t/anno oggi in gran parte utilizzate per usi domestici e che le possibili biomasse che potrebbero derivare dall’agricoltura vengono più opportunamente, già oggi, riutilizzate come fertilizzanti;
che già per i 14 interventi approvati in Abruzzo (secondo il sito ARAEN) che dovrebbero produrre complessivamente circa 70 MW sarebbero necessarie 1.000.000 di tonnellate/anno e che in particolare l’impianto di Bazzano con la sua necessità di 60.000 t/anno interferirebbe con i bacini di attingimento della biomassa di Collarmele, Ortucchio e Avezzano (e che tutti insieme richiederebbero una disponibilità complessiva di oltre 500.000 t/anno nella sola provincia aquilana);
Ritenuto che in conseguenza della sopra delineata carenza di biomasse tutti gli impianti potrebbero poi essere “costretti” ad utilizzare altre fonti di energia ivi compresi RSU (rifiuti solidi urbani) e tenuto conto dei maggiori impatti inquinanti e, quindi della conseguente necessità di praticare la Procedura più complessa della Valutazione Ambientale del CCR VIA;
Considerato che nelle singole procedure di autorizzazione ci si è limitati ad interloquire solo con il Comune direttamente interessato senza coinvolgere i Comuni e le Amministrazioni Separate coinvolte per il “bacino di attingimento delle biomasse e per l’areale di rilascio degli inquinanti”;
Considerato che la nostra Regione ha gran parte dei boschi in aree destinate “a conservazione nel PRP vigente” e che sono contestualmente ricomprese in aree SIC, ZPS e/o Parco dunque principalmente finalizzate alla conservazione della biodiversità) ;
Ritenuta pertanto che l’azione così estensiva di sottrazione di biomasse forestali proposta nei 14 progetti di centrali, con bacini di attingimento almeno di 70 km di raggio, interferisce sicuramente con le aree Parco e pertanto sarebbe dovuta essere sottoposta all’ acquisizione del parere preventivo di tutti gli Enti Parco limitrofi interessati;
Dato atto che le Amministrazioni Separate (ben 9 nel comune che praticano ordinariamente l’uso civico di legnatico proprio sulle pendici interessate dagli attingimenti per la Centrale e che hanno specifici Piani di Gestione approvati) sono di fatto proprietarie di tutti i boschi gravati da uso civico, che tale uso è di fatto messo in forse proprio dalla diversa utilizzazione delle biomasse prevista negli interventi per le Centrali;
Fatto rilevare che una così estesa sottrazione di biomasse dai boschi o peggio un’altrettanto estesa azione di messa a coltura di territori agricoli di piane (magari irrigue) al servizio delle 14 Centrali sarebbero in contrasto con lo stesso Piano Regionale di Sviluppo Agricolo;
EVIDENZIATO che il quadro fisico-ambientale all’epoca della Valutazione dell’aprile 2009 era del tutto diverso, in quanto, con l’emergenza nell’adiacente Nucleo Sviluppo Industriale i capannoni sono stati riconvertiti in strutture socioculturali, nelle aree limitrofe con il programma C.A.S.E. si sono insediati oltre 5000 nuovi abitanti , e, nella vicina cava ex Teges è stato localizzato l’accumulo e il trattamento dei materiali risultanti dalle demolizioni;
Visto altresì che l’intervento ricade in Zona a pericolosità moderata e per l’impianto di teleriscaldamento e le altre reti in Zona a pericolosità elevata del Piano Difesa Alluvioni vigente e che sarebbe stato necessario acquisire in Conferenza di Servizio il Parere del Genio Civile e/o dell’Autorità di Bacino proprio al fine di garantirsi la concreta fattibilità organica di tutte le opere previste tra loro collegate e complementari;
Visto che nel progetto come si evince dalla tav. n. 21 che evidenzia nella Sezione longitudinale la previsione di un locale stoccaggio a ben 5 m. sotto il piano di campagna in contrasto con l’art.21 e 22 delle Norme Tecniche del Piano che “non consentono la realizzazione di piani seminterrati e interrati”;
Visto che l’intervento sta di fatto a meno di 2 km dal SIC di monte Cavalletto e a circa 5/6 km dalle aree Parco e, che in particolare,investe parzialmente anche la zona B del Piano paesistico vigente che fa obbilgo di predisporre la Verifica di compatibilità ambientale di cui all’art. 8 delle NTC e di sottoporre il progetto al Comitato Speciale per i BBAA;
CONSIDERATO quindi che i lavori non sono di fatto iniziati e che le Valutazioni fatte in quella Conferenza di Servizio non sono più pertinenti e che perciò vanno necessariamente e responsabilmente attualizzate ad oggi;
Evidenziato che la richiesta di Autorizzazione unica ha di fatto eluso l’esigenza di dare certezza della disponibilità di biomasse da bosco in quanto ci si è limitati a citazioni vaghe di localizzazioni ed ettari, e che, conseguentemente, la praticabilità delle ipotesi tracciate potrebbe essere inibita dagli Enti Parco o dalle Amministrazioni Separate o addirittura essere bocciata, in quanto anche solo come operazione preliminare rientra tra quelle da sottoporre a VIA, in sede di Valutazione Ambientale ai sensi del DPR 152;
RITENUTO che l’omessa verifica sulle quantità di biomasse effettivamente disponibili, presupposto sostanziale e formale per la praticabilità e la legittimità dell’intervento, debba essere necessariamente sanata in una visione organica con Parchi ,Forestale e Amministrazioni Separate;
RITENUTO che in tale ottica da parte delle Autorità ecologico-sanitarie debbano essere approfonditi e attualizzati anche tutti gli effetti cumulo per gli inquinanti in un’area del cratere oggi densamente popolata, nella quale già le demolizioni hanno creato e creeranno problemi di inquinamento sull’aria;
RITENUTO opportuno inoltre coinvolgere nelle procedure di Valutazione tutti i soggetti istituzionali con particolare attenzione agli Enti Parco, alle Amministrazioni Separate e agli Ispettorati Forestali interessati recuperando quelle carenze disciplinari che hanno portato alle errate Valutazioni ARAEN e , più in generale, quell’istanze di partecipazione delineate in tutte le Direttive comunitarie;
CONSIDERATO infine il coinvolgimento più o meno diretto di dipendenti ARAEN nell’istruttoria di tali progetti in un regime di conflitto di interessi (così come riferito dalla stampa ) con indubbie conseguenze sull’oggettività, trasparenza e legittimità delle Autorizzazioni concesse;
Ritenuto che, in tale quadro, lo stesso Parere tecnico del Comune e quello ASL siano ormai superati e illegittimi e debbano, perciò, essere riproposti nel mutato contesto ambientale tenendo presente i parametri del Piano Regionale Qualita dell’Aria e, conseguentemente, ad oggi attualizzati;
EVIDENZIATO che l’impianto previsto a Bazzano di fatto disperde l’80 % dell’energia in quanto, di fatto, ci si è limitati a presentare un evanescente relazioncina per il teleriscaldamento e che quest’ultimo attraversa una zona a rischio elevato di alluvione senza il relativo parere e che la centrale senza di questo è in contrasto con il Piano Energetico regionale;
Ritenuto che la Ditta proponente non possa accampare per tutte le obiezioni soprafatte diritti oggettivi all’esecuzione dell’opera e debba riproporre tutte le integrazioni attualizzate e comunque acquisire il Permesso per costruire , l’autorizzazione igienico/sanitaria con tutte i dovuti aggiornamenti e la Verifica di Compatibilità ambientale di cui all’art.8 delle NTC del PRP vigente (se si volesse ritenere al Comune delegata);
il sottoscritto consigliere regionale Maurizio Acerbo
interroga
il Presidente della Giunta Regionale
per sapere se
- sia a conoscenza dei fatti riportati,- non ritenga doveroso e opportuno che i Dirigenti competenti che hanno espresso i precedenti pareri li revochino in autotutela al fine di attualizzarli alla situazione che si è venuta a creare con le 14 Autorizzazioni concesse recuperando il contributo fondamentale di Enti Parco, Forestale e Ammnistrazioni Separate e direzione Agricoltura;
- non ritenga doveroso e opportuno sospendere l’efficacia di tutte le autorizzazioni concesse e di convocare una Conferenza di Servizio programmatica con ANCI, Enti Parco, Amministrazioni Separate , Ispettorato Regionale per le Foreste e Settore Agricoltura al fine di recuperare indirizzi e criteri organici per il riesame di tutte le istanze;
- non ritenga doveroso e opportuno che il Direttore dell’ARAEN revochi in autotutela le Autorizzazioni concesse;
- non ritenga doveroso e opportuno sottoporre l’insieme degli interventi a Valutazione di Incidenza o VIA o a Valutazione Ambientale Strategica in modo da recuperare quella visione organica delle disponibilità e degli effetti/ impatti che la mancanza di un Piano regionale non ha consentito di valutare;
- non ritenga doveroso e opportuno che la Direzione Territorio richiami alle sue competenze una Valutazione organica delle Centrali con particolare attenzione a quelle interferenti con Aree protette e Piano Paesistico per sottoporle a Valutazione di Impatto Ambientale o quantomeno alla Verifica di Compatibilità di cui all’art. 8 delle NTC del PRP vigente;
consigliere regionale
Maurizio Acerbo
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