domenica 17 ottobre 2010

Ritiro immediato e unilaterale delle truppe, via dalla guerra della Nato

Giovedì 14 ore 17e30 presidio presso Prefettura di L'Aquila

Ritiro immediato e unilaterale delle truppe, via dalla guerra della Nato


La morte dei 4 alpini in Afghanistan ha riacceso l'attenzione della politica sulla portata dell'intervento italiano; ma in pochi ricordano anche le vittime afghane di questi 9 anni di guerra: quasi 50mila tra militari e civili, di cui gran parte bambini.


Il Partito della Rifondazione Comunista giudica gravissima la proposta del Ministro della Difesa La Russa di armare di bombe gli aerei italiani, poiché significherebbe incrementare inevitabilmente la portata offensiva della missione. Altrettanto gravi sono state le timide aperture del PD, che dimostrano ancora una volta l'attuale vuoto di opposizione parlamentare


Con presidio di oggi chiediamo al Governo il ritiro unilaterale delle truppe italiane dalla guerra della Nato, per la soluzione politica del conflitto tramite un negoziato politico interno e internazionale garantito dall'Onu.


Alle forze politiche d'opposizione che si sono schierate per il ritiro delle truppe, a partire da SEL e IdV, il segretario nazionale del PRC Paolo Ferrero ha proposto un patto d'azione pacifista per costruire iniziative comuni contro la guerra.


L'Aquila, 14/10


Partito della Rifondazione Comunista - federazione provinciale di L'Aquila

venerdì 8 ottobre 2010

16 ottobre con la Fiom! Autobus da L'Aquila e Valle Peligna

Sabato 16 ottobre l'Italia che non si piega manifesta al fianco degli operai Fiom

Contro l'attacco ai diritti di lavoratori e lavoratrici
Per la dignità e la centralità del lavoro come fondamento della democrazia

autobus da L'Aquila: 3890495143, rifondazionelaquila@gmail.com

Valle Peligna: 3452616927

Scarica il volantino, clicca qui

Dino Greco (direttore Liberazione):
Noi, con la Fiom, contro l’eversione del capitale

Roberta Fantozzi (responsabile lavoro PRC)
L'attacco non riguarda solo i metalmeccanici. Mettere in campo lo sciopero generale