Sindaco troppo subalterno a Bertolaso mentre in città protestano i senzacasa
ZERO TRASPARENZA A L'AQUILA, IL PRC ROMPE CON CIALENTE
Checchino Antonini
Poca trasparenza, ancor meno discontinuità rispetto alla stagione del sindaco di destra Tempesta (pescato, sembra, tra gli ospiti abusivi di un albergo sulla costa), zero collegialità. E una giunta di "salute" pubblica all'orizzonte.
Tra Rifondazione comunista e il sindaco aquilano Massimo Cialente lo strappo era nell'aria. E s'è consumato ieri, annunciato in mattinata con una conferenza stampa mentre continuano le proteste contro le pasticciate graduatorie nell'assegnazione dei posti nelle new town.
Sul tavolo del sindaco pd ci sono le dimissioni dell'unico assessore del Prc, Antonio Lattanzi, 47 anni, dirigente scolastico, che riconsegna le deleghe a Commercio, sport, partecipazione e gemellaggi (L'Aquila è una delle città della Pace). «Abbiamo assistito, senza mai chiedere per noi posti di sottopotere, in questi 27 mesi, alla nomina dei vari consigli di amministrazione delle municipalizzate - spiega l'ormai ex assessore - senza che queste scelte fossero condivise, per non parlare poi della vicenda Tancredi. Avevo chiesto poi di soprassedere alla ristrutturazione dello stesso ente comune varata a fine agosto, in quanto ritenevo che meritasse il plenum della giunta e invece si è andati avanti producendo malumori, confusione, ritorni al passato e promozioni discutibili». Mentre buona parte della Giunta era in trasferta fuori città, per impegni istituzionali, Cialente ha varato la ristrutturazione dell'ente locale. Lattanzi, al ritorno in città, si ritrova il dirigente rimosso e una serie di macroaree e altri mutamenti che meritavano maggiore condivisione. I ritorni al passato sono quei nomi, gli stessi da 15 anni a smentire le speranze di discontinuità con i metodi della giunta Tempesta che avevano accompagnato il ritorno del centrosinistra a Piazza Palazzo con Cialente che però, appena diventato sindaco ha disertato dalle file di Sinistra democratica per entrare poco dopo nel Pd a sostegno di Bersani.
«Sintomatico, per comprendere a fondo la debolezza do questo centrosinistra, la sciagurata ipotesi di giunta di "malattia" pubblica prossima a decollare. E' il politicismo più esasperato, mettere dentro tutti per restare in sella», dice Fabio Pelini, segretario provinciale di Rifondazione.
La vicenda Tancredi, per i non aquilani, riguarda questo ex assessore di Forza Italia, ora consigliere comunale Pdl, "signore" del voto di scambio, famoso per aver gonfiato gli organici (e il deficit) della azienda servizi municipalizzata a ridosso delle ultime comunali. Però Cialente lo voleva nientemeno commissario alla ricostruzione. Solo la caterva di messaggi di protesta ha persuaso Tancredi a dimettersi dopo pochi giorni. Rifondazione e altri alleati hanno appreso della nomina dalla stampa. E le scuse di Cialente non hanno soddisfatto nessuno.
Pure la vicenda della nomina alla guida dell'azienda farmaceutica municipalizzata di un amministratore delegato, carica non prevista e non necessaria, ha pesato sui rapporti a sinistra della Giunta. E la recente lite tra Lattanzi e il direttore generale di Piazza Palazzo (altra figura non necessaria ma in quota Udeur e abituato a definire "zecche" i comunisti) sul trasloco degli uffici del commercio senza avvertire l'assessore («che non conta niente») è dunque «solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso», ribadisce Pelini:
«Le ragioni per cui crediamo sia fallito il centrosinistra sono tutte politiche: nella fase post-sisma, il sindaco è stato del tutto subalterno ed accondiscendente al modello imposto da governo e protezione Civile, un modello centralizzato e autoritario, che ha espropriato gli enti locali al solo obiettivo di dare risalto mediatico all'efficienza del premier. A L'Aquila sappiamo tutti come sta andando: il progetto Case basterà per una minoranza di cittadini e, se non si interviene alla svelta con nuovi Map (i moduli abitativi provvisori, le casette di legno, ndr) e la requisizione delle case sfitte (proposte fin dall'inizio portate dal Prc e dai comitati cittadini), la guerra tra i poveri in atto finirà per acuirsi. Il secondo livello è quello politico-amministrativo: è mancata una collegialità nelle scelte assunte da questa amministrazione». «Per la ricostruzione serve un piano di interventi e di vigilanza - aggiunge Marco Fars, segretario regionale Prc - leggi e statuti avrebbero permesso alla macchina comunale un'autonomia di fronte al potere centralizzante della protezione civile».
da Liberazione 24/09
***
PERCHE’ RIFONDAZIONE COMUNISTA ESCE DALLA GIUNTA CIALENTE
Comunicato stampa
L’uscita del PRC dalla giunta Cialente non è il frutto di un litigio tra Antonio Lattanzi e il direttore generale del Comune de L’Aquila: questo episodio non ha fatto altro che far traboccare un vaso già colmo. Le ragioni per cui crediamo fallito il centrosinistra che due anni fa tante speranze aveva suscitato in una comunità prostrata da nove lunghissimi anni di regno della destra, sono tutte politiche e molto profonde, e si articolano su due livelli.
Il primo livello è quello politico-amministrativo: è mancata una collegialità nelle scelte assunte da questa amministrazione, tanto che più volte ci siamo trovati ad apprendere dalla stampa o in giunta con il piatto già apparecchiato alcune scelte fondamentali per le prospettive di questa città.
Condivisione delle scelte che è mancata, tanto per fare alcuni esempi, con la nomina di Tancredi a commissario per la ricostruzione del centro storico (poi fortunatamente rientrata); nel rinnovo dei cda delle municipalizzate, con il caso emblematico della nomina di un amministratore delegato all’AFM; in molte delibere sulla programmazione urbanistica di questa città.
Rifondazione Comunista non ha mai chiesto nulla in termini di posti ed occupazione del sottopotere amministrativo: credeva, forse ingenuamente, che un sindaco con la storia politica di Cialente potesse rappresentare davvero una discontinuità con i metodi clientelari delle giunte Tempesta; ci siamo sbagliati, ed oggi dobbiamo constatare che ai vertici della macchina amministrativa ci sono sempre gli stessi nomi da 15 anni, qualunque coalizione governi, in nome di poteri più forti e difficilmente scalfibili.
Il secondo livello è quello relativo alla fase post-sisma: il sindaco è stato del tutto subalterno ed accondiscendente al modello imposto da Governo e Protezione Civile: un modello centralizzato e autoritario, che ha espropriato gli enti locali al solo obiettivo di dare risalto mediatico all’efficienza del premier. A L’Aquila sappiamo tutti come sta andando: il progetto C.A.S.E. basterà per una minoranza di cittadini rimasti senza un tetto e, se non si interviene alla svelta con nuovi M.A.P. e la requisizione delle case sfitte (proposte fin dall’inizio portate dal PRC e dai comitati cittadini), la guerra tra i poveri in atto finirà per acuirsi.
E’ sintomatico per comprendere a fondo la debolezza di proposta politica di questo centrosinistra la sciagurata ipotesi di giunta di salute (malattia) pubblica che gira in questi giorni e che pare prossima a decollare: di fronte allo stallo si risponde con il politicismo più esasperato e cioè quello di mettere dentro tutti, pur di rimanere in sella.
Al PRC il potere per il potere non interessa ed è per questo che andiamo fieramente all’opposizione.
Il primo livello è quello politico-amministrativo: è mancata una collegialità nelle scelte assunte da questa amministrazione, tanto che più volte ci siamo trovati ad apprendere dalla stampa o in giunta con il piatto già apparecchiato alcune scelte fondamentali per le prospettive di questa città.
Condivisione delle scelte che è mancata, tanto per fare alcuni esempi, con la nomina di Tancredi a commissario per la ricostruzione del centro storico (poi fortunatamente rientrata); nel rinnovo dei cda delle municipalizzate, con il caso emblematico della nomina di un amministratore delegato all’AFM; in molte delibere sulla programmazione urbanistica di questa città.
Rifondazione Comunista non ha mai chiesto nulla in termini di posti ed occupazione del sottopotere amministrativo: credeva, forse ingenuamente, che un sindaco con la storia politica di Cialente potesse rappresentare davvero una discontinuità con i metodi clientelari delle giunte Tempesta; ci siamo sbagliati, ed oggi dobbiamo constatare che ai vertici della macchina amministrativa ci sono sempre gli stessi nomi da 15 anni, qualunque coalizione governi, in nome di poteri più forti e difficilmente scalfibili.
Il secondo livello è quello relativo alla fase post-sisma: il sindaco è stato del tutto subalterno ed accondiscendente al modello imposto da Governo e Protezione Civile: un modello centralizzato e autoritario, che ha espropriato gli enti locali al solo obiettivo di dare risalto mediatico all’efficienza del premier. A L’Aquila sappiamo tutti come sta andando: il progetto C.A.S.E. basterà per una minoranza di cittadini rimasti senza un tetto e, se non si interviene alla svelta con nuovi M.A.P. e la requisizione delle case sfitte (proposte fin dall’inizio portate dal PRC e dai comitati cittadini), la guerra tra i poveri in atto finirà per acuirsi.
E’ sintomatico per comprendere a fondo la debolezza di proposta politica di questo centrosinistra la sciagurata ipotesi di giunta di salute (malattia) pubblica che gira in questi giorni e che pare prossima a decollare: di fronte allo stallo si risponde con il politicismo più esasperato e cioè quello di mettere dentro tutti, pur di rimanere in sella.
Al PRC il potere per il potere non interessa ed è per questo che andiamo fieramente all’opposizione.
L’Aquila, 23 Settembre 2009
Fabio Pelini
segretario provinciale L’Aquila PRC-SE
***
AUTONOMA SISTEMAZIONE: BASTA CON LA POLITICA DEGLI ANNUNCI, SI DIANO TEMPI CERTI PER L’EROGAZIONE MENSILE DEL CONTRIBUTO E SI FACCIA FINALMENTE CHIAREZZA SULLA COPERTURA FINANZIARIA PER LE PROSSIME MENSILITA’
Comunicato stampa
A distanza di quattro mesi e mezzo dal sisma del 6 aprile, ancora si naviga nell’incertezza più totale per quanto riguarda il contributo ai nuclei famigliari che hanno provveduto all’autonoma sistemazione.
Fino ad oggi, è stata liquidata solo la quota spettante per il mese di aprile e nemmeno a tutti gli aventi diritto: sono oltre 2 mila gli sfollati che ancora devono ricevere il contributo, che era stato pensato soprattutto per alleviare il disagio economico di chi è rimasto, oltre che senza una casa, anche senza un reddito.
Oltretutto, tra il primo e l’ultimo elenco relativo ai beneficiari della rata di aprile sono passate settimane e settimane, quando sarebbe stato sufficiente dare a tutti un anticipo e saldare il resto in seguito, senza creare alcuna disparità fra tutti i beneficiari.
Come se non bastasse, dalle dichiarazioni dell’assessore alle politiche sociali, apprendiamo che mancherebbe la copertura finanziaria per il contributo di giugno: è stato quindi fatto compilare un censimento agli aquilani in cui una delle tre opzioni di scelta per la sistemazione futura non dispone ancora di fondi certi!
Senza voler fare né polemica né tantomeno facile demagogia, di fronte ad un contesto così mortificante, la si smetta con la politica degli annunci, si diano risposte concrete e si faccia chiarezza una volta per tutte su tempi, modi e copertura finanziaria di un contributo divenuto per molti aquilani in difficoltà di estrema importanza.
L’Aquila, 18 Agosto 2009
Fabio Pelini
segretario provinciale L’Aquila PRC-SE
***
IL PIANO C.A.S.E. E’ FALLITO, SI REQUISISCANO GLI ALLOGGI INVENDUTI E SI METTANO SU CASETTE REMOVIBILI PER GARANTIRE UN ALLOGGIO A TUTTI IN BREVE TEMPO
Comunicato stampa
Come ampiamente previsto e temuto, la mirabolante epopea messa in atto dal Governo tramite la Protezione Civile sta per aggiungere al danno anche la beffa: il piano C.A.S.E. stravolgerà per sempre il territorio aquilano, consumando un’enorme quantità di territorio e cambiando irreversibilmente il volto della città con insediamenti permanenti inutili e costosi; ma è in arrivo anche la beffa, con migliaia di aquilani senza un tetto sulla testa in autunno, e per i quali, se non si troveranno soluzioni alternative, il rientro in città rischia di avvenire chissà quando.
La mancanza di alloggi, come da copione, sta già generando una guerra tra poveri, dove gli stessi che fino a qualche anno fa consideravano gli studenti universitari fuori sede una iattura o nella migliore delle ipotesi mucche da mungere, ripropongono il medesimo cliché identitario ed isolazionista declinato nel sempre comodo spot "L’Aquila agli aquilani". Insomma, invece di contestare l’inettitudine di Governo e Protezione Civile che avevano assicurato una casa per tutti "entro settembre", questi valorosi paladini della purezza aquilana giocano la carta populista, mettendo gli ultimi contro i penultimi, terremotati "forestieri" contro terremotati aquilani.
A rafforzare la tendenza in atto, il vice di Bertolaso de Bernardinis si accorge solo ora che non ci saranno case per tutti ("Nessuno si sogna minimamente di pensare di mettere semplicemente nelle case in costruzione i terremotati, perché quelle in costruzione non sarebbero sufficienti") e che la domanda di abitazioni fortemente superiore all’offerta sta innescando fenomeni speculativi sugli affitti al limite dello sciacallaggio (fino a 1300 euro mensili richiesti a Tornimparte per un appartamento!). Per non parlare della ricostruzione, che non è ancora iniziata perché fumose e poco chiare le procedure e l’accesso ai fondi per la riparazione degli edifici classificati A, B e C, senza considerare quelli E ed F. Si ricorda il dott. de Bernardinis quando Bertolaso quasi scherniva chi osava sollevare critiche al piano C.A.S.E.?
Di fronte all’emergenza, aggravata da un tale fallimento, è necessario dare concretezza immediata a due proposte imprescindibili per dare un tetto a tutti i cittadini in tempi brevi:
1)Requisizione da parte della protezione civile degli alloggi invenduti (circa 3.000) e in ultimazione agibili da concedere alla cittadinanza secondo il piano della protezione civile nazionale per la sistemazione in affitto, regolarmente remunerata dallo Stato;
2)Messa a disposizione da parte di comune e protezione civile di container e casette in legno completamente removibili, da concedere in comodato d'uso e da collocare su aree mirate e collettive.
L’Aquila, 4 Agosto 2009
Fabio Pelini
Segretario provinciale L’Aquila PRC-SE
Nessun commento:
Posta un commento