sabato 28 settembre 2013

Progetto lavoro per migranti, Pelini : "Tra i pochi ad attrarre fondi europei"



 




Presentato  da Fabio Pelini, assessore comunale con delega alle politiche del lavoro, il progetto “A&R Skills – Competenze di atteggiamento per la ricerca del lavoro”, finanziato dall'Unione Europea attraverso il “Bando FEI – Fondo Europeo per l'Integrazione” e finalizzato all'orientamento al lavoro e al sostegno all'occupazione e all'integrazione di cittadini stranieri.
“Siamo tra i pochi enti locali italiani ad attrarre continuamente risorse dell'Unione Europea” esordisce l'Assessore del Prc

“Il progetto è rivolto ai giovani migranti residenti a L'Aquila e nei comuni del Cratere, al fine di sviluppare nuove competenze professionali e aiutare nella ricerca del lavoro, in questa fase delicata dal punto di vista occupazionale”.
Il valore del progetto è di circa 182mila euro, di cui circa 137mila provenienti dal finanziamento europeo e i restanti 45mila cofinanziati dal Comune dell'Aquila. Esso prevede uno sportello di consulenza e assistenza alla ricerca del lavoro per un numero minimo di cento migranti tra i 18 e i 30 anni, ma sarà aperto anche ai giovani aquilani che vi si rivolgeranno. Al progetto lavoreranno due formatori più un consulente sulla comunicazione istituzionale. Il bando volto alla ricerca di queste figure uscirà nei prossimi giorni.
Il progetto prevede dunque un'assistenza personalizzata con il supporto ai giovani nelle 'competenze di atteggiamento' per la ricerca del proprio lavoro. “Nel passato” è scritto nel testo di presentazione “i servizi pubblici e privati per il lavoro si sono occupati prevalentemente di offrire un servizio di orientamento informativo, con il risultato che negli ultimi tempi sta emergendo un problema culturale nella ricerca del lavoro”. Occorre dunque promuovere autonomia e attivazione personale nella sempre più difficile ricerca di un impiego: “Vogliamo aiutare ad acquisire le proprie competenze in ambito professionale e lavorativo” afferma Fabrizio Coccetti della rete di imprese L'Aik “ci saranno momenti di assistenza individuale e anche un percorso laboratoriale di gruppo, affinché il giovane possa crescere dal punto di vista della formazione professionale e soprattutto capire la propria identità lavorativa, in un periodo in cui non ci sono forti certezze per tutti noi”. Insomma, uno sportello a cavallo tra la formazione professionale e la consulenza comportamentale e psicologica, rivolto soprattutto ai cittadini dei cosiddetti “Paesi terzi”, cioè non appartenenti alla Comunità Europea.
“Questa è l'Europa che ci piace, quella delle opportunità, della solidarietà e della lotta al razzismo” ci tiene a sottolineare Fabio Pelini “che fa da contraltare all'Europa che osteggiamo: quella dei vincoli di bilancio, del Fiscal Compact e di Maastricht”.
Il 59% dei migranti che vivono nel territorio comunale dell'Aquila provengono da Paesi non appartenenti alla Comunità Europea (poco più della metà sono donne). Di questi, un quarto hanno tra 18 e 30 anni: rappresentano il target del progetto che avvierà il Comune dell'Aquila. Certo, molti dei migranti presenti a L'Aquila, pur in alcuni casi possedendo un titolo di studio elevato, per diverse motivazioni si ritrovano a svolgere lavori che non sono coerenti con il proprio percorso di vita e di studio: “La differenza tra i titoli di studio di molti giovani stranieri presenti a L'Aquila e i lavori che effettivamente svolgono ha rappresentato uno degli stimoli maggiori per la redazione di questo progetto” evidenzia Jole Marcozzi, una delle progettiste “l'obiettivo è anche tentare di far uscire il migrante da uno stato di disagio sociale, attraverso la consapevolezza della propria identità lavorativa”.

venerdì 27 settembre 2013

Prc L'Aquila:Mozione per la Cittadinanza onoraria a Patrizia Aldrovandi e Ilaria Cucchi

Al Presidente del Consiglio Comunale, Avv Carlo Benedetti.




Oggetto: mozione ai sensi dell'art 24, comma 3 e 4, del Regolamento del Consiglio Comunale, cittadinanza onoraria a Patrizia Aldovrandi ed Ilaria Cucchi.




Premesso

che il Comune dell''Aquila, Città della Pace, si è distinto per la sensibilità verso problematiche di carattere civile, umanitario e sociale, riconoscendo la cittadinanza onoraria ad esponenti del mondo politico e culturale che si sono impegnati su questi temi;

che il Consiglio Comunale ha ritenuto di esporre nella propria sede comunale le bandiere che rappresentano il popolo tibetano e palestinese e quindi di sostenere la loro causa;

che la nostra città così provata dal dolore della tragedia del terremoto può “sentire” il dolore di altri cittadini privati del futuro;

Ritenuto

che il caso Aldovrandi e il caso Cucchi hanno suscitato sgomento ed indignazione nella comunità nazionale ed internazionale (vedi nota);

che la Magistratura ha riconosciuto che Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi sono state vittime di una ingiustizia perpetrata da esponenti dello Stato mentre assolvevano alle loro funzioni, che in entrambi i casi, oltre alla violenza praticata, quello che ha stupito ed offeso la coscienza civile è stata l'opera di depistaggio messa in atto da settori dello Stato medesimo;

che Patrizia Aldovrandi, madre di Federico, ed Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, hanno lottato per anni al fine di ottenere giustizia; che più volte sono state offese e oltraggiate nel loro dolore; che nonostante ciò hanno continuato nella loro battaglia di civiltà volta a ripristinare i valori di uno Stato Democratico e di Diritto, dove il corpo di un “fermato” o “arrestato” è da ritenersi “sacro”;

che per tale ragione Patrizia Aldovrandi ed Ilaria Cucchi sono da considerarsi cittadine esemplari e modelli da indicare per come hanno lottato, civilmente e pacificamente, credendo sempre nello Stato, per ottenere giustizia;

Considerato tutto quanto scritto:

Il Consiglio Comunale conferisce loro la cittadinanza onoraria di L'Aquila Città della Pace;

Il Consiglio Comunale esprime solidarietà a quanti tuttora (vedi caso Uva e caso Bianzino ed altri) chiedono verità e giustizia sulla sorte dei loro cari morti in circostanza oscure, mentre erano “nelle mani” dello Stato”.


Nota:
Caso Aldovrandi. La notte del 25 settembre 2005 una pattuglia della Polizia di stato ferma Federico Aldovrandi, descritto in stato di agitazione, chiama rinforzi e nella colluttazione che segue Federico Aldovrandi viene ucciso (due manganelli si rompono e Federico muore per “asfissia da posizione”, con il torace schiacciato sull'asfalto dalle ginocchia dei poliziotti).
La famiglia venne avvertita solo alle 11 del mattino seguente e fu informata di un decesso dovuto ad un malore; di fronte a 54 lesioni ed ecchimosi presenti sul corpo del ragazzo, la famiglia non ritenne credibile la versione ufficiale.
Il 21 giugno 2012 la Corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna a 3 anni e 6mesi di reclusione per eccesso colposo in omicidio colposo ai quattro poliziotti Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani, Luca Pollastri.
Il 5 marzo 2010 altre tre poliziotti sono stati condannati, nel processo bis, per depistaggio. \
L'allora capo della Polizia, Antonio Manganelli, in visita privata si scusò a nome della Polizia di Stato.


Caso Cucchi. Il 15 ottobre 2009 Stefano Cucchi viene trovato in possesso di alcuni grammi di hascisch, cocaina ed antiepilettici (il giovane era epilettico). Venne decisa la custodia cautelare a Regina Coeli.
Alla data del fermo Stefano non aveva lesioni, dopo una settimana di custodia cautelare presentava lesioni multiple, fratture alla mascella, all'addome, al torace, un'emorragia alla vescica, altre due fratture alla colonna vertebrale e aveva perso 6 chili.
La famiglia ebbe notizie di Stefano quando un ufficiale giudiziario si recò presso la loro abitazione per chiedere l'autorizzazione all'autopsia.
Il 5 giugno 2013 la III Corte d'Assise di Roma condanna, in primo grado, quattro medici dell'ospedale Sandro Pertini ad un anno e quattro mesi ed il primario a due anni di reclusione per omicidio colposo. Un altro medico viene condannato ad otto mesi per falso ideologico.
La famiglia presenterà ricorso in Appello ritenendo non adeguata alla gravità dei fatti la condanna.

Enrico Perilli

Capogruppo Prc Comune L'Aquila

Ci chiamavano ribelli


Centrale a biomasse interrogazione del PRC

24 settembre 2013Ieri mattina, insieme all’inossidabile Antonio Perrotti, ho tenuto una conferenza stampa a L’Aquila per illustrare i contenuti dell’interrogazione  sul progetto di centrale a biomasse a Bazzano e più in generale sulla questione del proliferare di impianti nel territorio regionale.
Nell’interrogazione elenchiamo tutte le criticità relative al progetto di Bazzano. Anche il WWF nei giorni scorsi ha chiesto alla Regione di riesaminare il progetto.
La prossima settimana presenteremo un progetto di legge sul tema perché riteniamo assurdo che si usino risorse ricavate dalle bollette dei cittadini per creare un far west energetico.
L’interrogazione costituisce un nutrito dossier che dovrebbe far riflettere Chiodi, la Giunta e l’intero Consiglio Regionale.

Buona lettura!
Interrogazione
Oggetto: Centrale a Biomasse Bazzano – L’Aquila

Premesso che l’UE con la Direttiva 2001/77/CE favorisce in tutti i modi la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;
Visto l’art 32 della Costituzione “La Repubblica tutelala salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”;
Visto l’art. 12 del D. Lgs. 387/03 teso a velocizzare la procedura senza però bypassare, da un lato, competenze istituzionali e, dall’altro, una puntuale ed organica valutazione degli impatti in una logica di bilanciamento e preventiva ponderazione concertata  tra le esigenze connesse alla produzione di energia e gli interessi ambientali e civili;
Considerato che singolarmente tutti gli impianti al di sotto dei 999 kWh non devono essere sottoposti a VIA;
Considerato che la corsia preferenziale insieme agli incentivi previsti per impianti “agricoli” di potenza elettrica inferiore/uguale a 999 kWh conseguentemente delineati  per i proponenti di tali progetti,  hanno creato una proliferazione di richieste sull’intero territorio provinciale (almeno 5);
Visto che nel Comune di L’Aquila sono, in tale logica, pervenute già tre richieste di impianti (Aragno, ENI, Bazzano) e che quella di Bazzano, in particolare, sembra essere pervenuta all’inizio lavori;
Dato atto dei fenomeni speculativi generati e dell’estemporaneità ed episodicità delle proposte di intervento in gran parte interferenti e sovrapposte sia sui bacini di attingimento per le biomasse che sulle aree di rilascio degli inquinanti;
Considerato che le Valutazioni dei referenti tecnici ai vari livelli e quelle dell’ARAEN (Agenzia Regionale per l’Energia), espresse sul singolo intervento , ( e magari senza i rappresentanti dell’Ispettorato Forestale, dell’Ente Parco o delle Amministrazioni Separate competenti), non hanno potuto verificare la veridicità dei dati relativi alle biomasse realmente disponibili e agli effetti cumulo possibili a valle della “procedura di produzione dell’energia”;
che in molte ricerche della Regione e nel Piano specifico viene di fatto delineata una capacità regionale di produzione di biomasse forestali di circa 100.000 t/anno oggi in gran parte utilizzate per usi domestici e che le possibili biomasse che potrebbero derivare dall’agricoltura vengono più opportunamente, già oggi, riutilizzate come fertilizzanti;
che già per i 14 interventi approvati in Abruzzo (secondo il sito ARAEN) che dovrebbero produrre complessivamente circa 70 MW sarebbero necessarie 1.000.000 di tonnellate/anno  e che in particolare  l’impianto di Bazzano con la sua necessità di 60.000 t/anno interferirebbe con i bacini di attingimento della biomassa di Collarmele, Ortucchio e Avezzano (e che tutti insieme richiederebbero una disponibilità complessiva di oltre 500.000 t/anno nella sola provincia aquilana);
Ritenuto che in conseguenza della sopra delineata carenza di biomasse tutti gli impianti potrebbero poi essere “costretti” ad utilizzare altre fonti di energia ivi compresi RSU (rifiuti solidi urbani) e tenuto conto dei maggiori  impatti inquinanti  e, quindi della conseguente necessità di praticare la Procedura più complessa della Valutazione Ambientale del CCR VIA;
Considerato che nelle singole procedure di autorizzazione ci si è limitati ad interloquire solo con il Comune direttamente interessato senza coinvolgere i Comuni e le Amministrazioni Separate coinvolte per il “bacino di attingimento delle biomasse e per l’areale di rilascio degli inquinanti”;
Considerato che la nostra Regione ha gran parte dei boschi in aree destinate “a conservazione nel PRP vigente” e che sono contestualmente ricomprese in aree SIC, ZPS e/o Parco  dunque principalmente finalizzate alla conservazione della biodiversità) ;
Ritenuta pertanto che l’azione così estensiva di sottrazione di biomasse forestali proposta nei 14 progetti di centrali, con bacini di attingimento almeno di 70 km di raggio, interferisce sicuramente con le aree Parco e pertanto sarebbe dovuta essere sottoposta all’ acquisizione del parere preventivo di tutti gli Enti Parco limitrofi interessati;
Dato atto che le Amministrazioni Separate (ben 9 nel comune che praticano ordinariamente l’uso civico di legnatico proprio sulle pendici interessate dagli attingimenti  per la Centrale e che hanno specifici Piani di Gestione approvati) sono di fatto proprietarie di tutti i boschi gravati da uso civico, che tale uso è di fatto messo in forse proprio dalla diversa utilizzazione delle biomasse prevista negli interventi per le Centrali;
Fatto rilevare che una così estesa sottrazione di biomasse dai boschi o peggio un’altrettanto estesa azione di messa a coltura di territori agricoli di piane (magari irrigue) al servizio delle 14 Centrali sarebbero in contrasto con lo stesso Piano Regionale di Sviluppo Agricolo;
EVIDENZIATO che il quadro fisico-ambientale all’epoca della Valutazione dell’aprile 2009 era del tutto diverso, in quanto, con l’emergenza nell’adiacente Nucleo Sviluppo Industriale i capannoni sono stati riconvertiti in strutture socioculturali, nelle aree limitrofe con il programma C.A.S.E. si sono insediati oltre 5000 nuovi abitanti , e, nella vicina cava ex Teges è stato localizzato l’accumulo e il trattamento dei materiali risultanti dalle demolizioni;
Visto altresì che l’intervento ricade  in Zona a pericolosità moderata e per l’impianto di teleriscaldamento e le altre reti in Zona a pericolosità elevata del Piano Difesa Alluvioni vigente e che sarebbe stato necessario acquisire in Conferenza di Servizio il Parere del Genio Civile e/o dell’Autorità di Bacino proprio al fine di garantirsi la concreta fattibilità  organica di tutte le opere previste tra loro collegate e complementari;
Visto che nel progetto come si evince dalla tav. n. 21 che evidenzia nella  Sezione longitudinale la previsione di un locale stoccaggio a ben 5 m. sotto il piano di campagna in contrasto con l’art.21 e 22 delle Norme Tecniche del Piano che “non consentono la realizzazione di piani seminterrati e interrati”;
Visto che l’intervento sta di fatto a meno di 2 km dal SIC di monte Cavalletto e a circa 5/6 km dalle aree Parco  e, che in particolare,investe parzialmente anche la zona B del Piano paesistico vigente che fa obbilgo di predisporre la Verifica di compatibilità ambientale di cui all’art. 8 delle NTC e di sottoporre il progetto al Comitato Speciale per i BBAA;
CONSIDERATO quindi che i lavori non sono di fatto iniziati e che le Valutazioni fatte in quella Conferenza di Servizio non sono più pertinenti e che perciò vanno necessariamente e responsabilmente  attualizzate ad oggi;
Evidenziato che la richiesta di Autorizzazione unica ha di fatto eluso l’esigenza di dare certezza della disponibilità di biomasse da bosco in quanto ci si è limitati a citazioni vaghe di localizzazioni ed ettari, e che, conseguentemente, la praticabilità delle ipotesi tracciate potrebbe essere inibita dagli Enti Parco o dalle Amministrazioni Separate o addirittura essere bocciata, in quanto anche solo come operazione preliminare rientra tra quelle da sottoporre a VIA, in sede di Valutazione Ambientale  ai sensi del DPR 152;
RITENUTO che l’omessa verifica sulle quantità di biomasse effettivamente disponibili, presupposto sostanziale e formale per la praticabilità e la legittimità dell’intervento, debba essere necessariamente sanata in una visione organica con Parchi ,Forestale e Amministrazioni Separate;
RITENUTO che in tale ottica da parte delle Autorità ecologico-sanitarie debbano essere approfonditi e attualizzati anche tutti gli effetti cumulo per gli inquinanti in  un’area del cratere oggi densamente popolata, nella quale già le demolizioni hanno creato e creeranno problemi di inquinamento sull’aria;
RITENUTO opportuno inoltre coinvolgere nelle procedure di Valutazione tutti i soggetti istituzionali con particolare attenzione agli Enti Parco, alle Amministrazioni Separate e agli Ispettorati  Forestali interessati recuperando  quelle carenze disciplinari che hanno portato alle errate Valutazioni ARAEN e , più in generale, quell’istanze  di partecipazione delineate in tutte le Direttive comunitarie;
CONSIDERATO infine il coinvolgimento più o meno diretto di dipendenti ARAEN nell’istruttoria di tali progetti in un regime di conflitto di interessi  (così come riferito dalla stampa ) con indubbie conseguenze sull’oggettività, trasparenza e legittimità delle Autorizzazioni concesse;
Ritenuto che, in tale quadro, lo stesso Parere tecnico del Comune e quello ASL siano ormai superati e illegittimi e debbano, perciò, essere riproposti nel mutato contesto ambientale tenendo presente i parametri del Piano Regionale Qualita dell’Aria e, conseguentemente, ad oggi attualizzati;
EVIDENZIATO che l’impianto previsto a Bazzano di fatto disperde l’80 % dell’energia  in quanto, di fatto, ci si è limitati a presentare un evanescente relazioncina per il teleriscaldamento e che quest’ultimo attraversa una zona a rischio elevato di alluvione senza il relativo parere  e che la centrale senza di questo è in contrasto con il Piano Energetico regionale;
Ritenuto che la Ditta proponente non possa accampare per tutte le obiezioni soprafatte diritti  oggettivi all’esecuzione dell’opera e debba riproporre tutte le integrazioni attualizzate e comunque acquisire il Permesso per costruire , l’autorizzazione igienico/sanitaria con tutte i dovuti aggiornamenti e la Verifica di Compatibilità ambientale di cui all’art.8 delle NTC del PRP vigente (se si volesse ritenere al Comune delegata);
il sottoscritto consigliere regionale Maurizio Acerbo
interroga
il Presidente della Giunta Regionale
per sapere se
- sia a conoscenza dei fatti riportati,
- non ritenga doveroso e opportuno che i Dirigenti competenti che hanno espresso i precedenti pareri li revochino in autotutela al fine di attualizzarli alla situazione che si è venuta a creare con le 14 Autorizzazioni concesse recuperando il contributo fondamentale di Enti Parco, Forestale e Ammnistrazioni Separate e direzione Agricoltura;
- non ritenga doveroso e opportuno sospendere l’efficacia di tutte le autorizzazioni concesse e di convocare una Conferenza di Servizio programmatica con ANCI, Enti Parco, Amministrazioni Separate , Ispettorato Regionale per le Foreste e Settore Agricoltura al fine di recuperare indirizzi e criteri organici per il riesame di tutte le istanze;
- non ritenga doveroso e opportuno che il Direttore dell’ARAEN revochi in autotutela le Autorizzazioni concesse;
- non ritenga doveroso e opportuno sottoporre l’insieme degli interventi a Valutazione di Incidenza o VIA o a Valutazione Ambientale Strategica in modo da recuperare quella visione organica delle disponibilità e degli effetti/ impatti che la mancanza di un Piano regionale non ha consentito di valutare;
- non ritenga doveroso e opportuno che la Direzione Territorio richiami alle sue competenze una  Valutazione organica delle Centrali con particolare attenzione  a quelle interferenti con Aree protette e Piano Paesistico per sottoporle a Valutazione di Impatto Ambientale o quantomeno alla Verifica di Compatibilità di cui all’art. 8 delle NTC del PRP vigente;
consigliere regionale
Maurizio Acerbo