venerdì 28 febbraio 2014

La sfida per salvare i servizi sociali

Con l'imminente avvio della campagna elettorale per le elezioni regionali cresce la necessità di porre il tema del finanziamento della rete dei servizi sociali non solo al centro del dibattito, come qualcuno tenterà di fare,  ma soprattutto di farne una vera priorità amministrativa per le forze che si candideranno alla guida della regione. Da anni Rifondazione Comunista conduce la propria azione sostenendo a tutti i livelli le istanze dei lavoratori del settore e favorendo gli interessi delle categorie più deboli. Oggi nel nostro territorio stravolto dal sisma ogni operatore sociale deve sostenere a proprie spese il costo di spostamenti lunghissimi per raggiungere gli utenti impoverendo così paghe orarie già misere. Si prevedano gare d'appalto per l'assegnazione dei servizi nelle quali il riconoscimento del rimborso chilometrico sia obbligatorio e vincolante all'assegnazione del bando, si riconosca al lavoratore l'anzianità sul servizio e si garantisca sempre il riassorbimento nel passaggio da una cooperativa all'altra rispettando il Contratto Collettivo Nazionale delle Cooperative Sociali. Individuare risorse economiche certe per rifinanziare i Piani di Zona, per ricostruire la rete sociale nei piccoli centri montani e per mantenere almeno gli attuali livelli assistenziali, farà la differenza tra il possibile sviluppo di questa regione che oggi può ancora scegliere se provare a costruire un modello di sostegno alle persone adeguato o se gradualmente smantellare i servizi, come gli inesorabili tagli di questi ultimi anni fanno temere. In questo difficile contesto di spending rewiew, con i vincoli europei capestro che al di là delle propagande governative sarà difficile superare, la sopravvivenza dei servizi sociali passerà solo dalla ferma e netta volontà di individuare risorse certe per promuovere tutte le azioni necessarie alla difesa delle categorie più deboli della popolazione e degli operatori del comparto. Noi come sempre faremo la nostra parte.

Goffredo Juchich 
Segretario Comunale Prc L'Aquila Circolo "A Casamobile"

Rifondazione Comunista sostiene la lotta dei lavoratori della Micron contro la delocalizzazione

All’indomani dello sciopero di ieri 26 febbraio, Rifondazione sostiene la lotta dei lavoratori e lavoratrici della Micron, a partire dallo sciopero previsto per il prossimo 7 marzo.

Finora l’atteggiamento della multinazionale, interessata solo alla massimizzazione dei profitti in un settore non colpito dalla crisi e caratterizzato da elevata competenza dei lavoratori, è stato completamente irresponsabile riguardo la tutela dei livelli occupazionali, decidendo di licenziare con procedura di mobilita' 419 lavoratori su un totale di 1.028, distribuiti in tutta Italia ed interessando quindi anche il sito produttivo di Avezzano.

Non contenta, la Micron ha proposto irricevibili trasferimenti in altri continenti dei lavoratori e lavoratrici. Il paradigma della mobilità estrema dei capitali e delle merci viene applicato crudamente dalle cose all’esistenza delle persone.

Il governo non dovrebbe permettere simili iniziative a fronte degli ingenti finanziamenti pubblici erogati all’azienda, le istituzioni locali dovrebbero mobilitarsi con estrema urgenza e i lavoratori devono portare avanti uniti la lotta contro la delocalizzazione della produzione.

In Francia è stata recentemente approvata una legge contro le delocalizzazioni, che prevede, per le imprese che contano oltre 1000 dipendenti, l’impegno a cercare acquirenti in caso di chiusura di impianti e che in caso di esito negativo l’azienda si vedrebbe comminata una multa di 28 mila euro per ogni posto di lavoro perso.

Si tratta di qualcosa che non passa nemmeno per la testa ad un governo di larghe intese come quelli succedutisi negli ultimi anni fino a quello Renzi, il quale preferisce andare a Treviso per parlare con gli imprenditori della Electrolux che delocalizzano declinando l’impegno ad incontrare i lavoratori.

Rifondazione Comunista ritiene necessario un provvedimento contro le delocalizzazioni, come previsto nel proprio Piano per il Lavoro, attraverso il quale i contributi pubblici possono essere concessi ad imprese si impegnino a mantenere sul territorio le attività e siano revocati in caso di delocalizzazioni anche parziali.

Un Piano che evidentemente confligge con qualsiasi governo di larghe intese, che purtroppo si va prefigurando anche per l’Abruzzo, dove le affinità elettive tra centrosinistra e centrodestra si evidenziano fin dalle primarie fatte congiuntamente.

Rifondazione Comunista, rilanciando il tema del contrasto alle delocalizzazioni da attuare anche a livello regionale, si mette a disposizione della lotta con l’intervento delle proprie rappresentanze istituzionali e con il sostegno dei propri iscritti.



Carmine Tomeo - responsabile lavoro segreteria regionale PRC Abruzzo

Francesco Marola - segretario provinciale PRC L'Aquila

lunedì 24 febbraio 2014

Subito fondi per ex-lsu!

Renzi dice che la scuola è una priorità, allora trovi i soldi per ex-lsu! Rifondazione Comunista ribadisce solidarietà e sostegno ai lavoratori ex-lsu e "appalti storici" che oggi hanno manifestato a L'Aquila davanti alla direzione regionale del lavoro dove si è svolto un incontro con le imprese richiesto dai sindacati. Rifondazione Comunista ha partecipato al presidio dei lavoratori e lavoratrici con una delegazione del partito. Dalla riunione esce confermato l'allarme che avevamo lanciato nelle scorse settimane. Il futuro preparato per i più di 800 lavoratori e lavoratrici è drammatico: le imprese propongono contratti da 12 ore e mezza per 5 giorni la settimana e per gli "appalti storici" si rischia ancor meno, si parla infatti di 1 ora giornaliera quindi 6 ore settimanali. Non si può vivere con 250 euro al mese ed è vergognoso che centrosinistra e centrodestra in parlamento abbiano deciso di fare cassa proprio colpendo i lavoratori già peggio pagati. Senza proroghe o nuovi stanziamenti da parte del governo per queste persone la situazione sarà disperata e lo sarà anche quella delle scuole sul piano delle pulizie. Il nuovo Presidente del Consiglio Renzi ha dichiarato oggi che la scuola è una delle sue priorità. Bene, lo dimostri nei fatti intervenendo su questa emergenza che è un prodotto dei tagli sconsiderati votati dal suo partito.

Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC - Sinistra Europea 

Francesco Marola, segretario provinciale L'Aquila PRC - Sinistra Europea

domenica 23 febbraio 2014

Solidarietà agli ex lavoratori e lavoratrici di Laqtv

Rifondazione Comunista esprime piena solidarietà agli ex lavoratori e lavoratrici dell'emittente Laqtv che in una recente conferenza stampa hanno denunciato condizioni di inaccettabile sfruttamento sul lavoro.
Il coraggio di questi lavoratori e lavoratrici auspichiamo possa essere d'esempio per i tanti precari dell'informazione che - è risaputo - spesso si trovano ad affrontare simili condizioni lavorative.
Il Partito della Rifondazione Comunista sarà sempre pronto a sostenere le battaglie di chi si ribella allo sfruttamento del precariato e auspica che, vista la stretta connsessione con il mondo dell'informazione, esponenti politici e sindacali di tutte le organizzazioni facciano una altrettanto forte presa di posizione in solidarietà a questi giovani giornalisti e tecnici.
Senza dover arrivare a denunce così gravi, si dovrebbe prestare normalmente attenzione alle condizioni di un lavoro prezioso come quello del giornalismo, da cui dipende la corretta conoscenza dell'attualità da parte dei cittadini, e considerare l'informazione locale una risorsa fondamentale per il pluralismo, per cui occorrono serie misure di sostegno all'editoria sana e virtuosa.

L'Aquila, 22-02-14

Maurizio Acerbo - consigliere regionale PRC

Francesco Marola - segretario provinciale PRC

Goffredo Juchich - segretario comunale PRC

domenica 16 febbraio 2014

Agli iscritti e alle iscritte di Rifondazione Comunista




cari compagni e compagne,

stiamo arrivando nei giorni decisivi della costruzione della lista in appoggio a Tsipras per le elezioni europee. Si tratta di un traguardo importante visto che concretamente questa può diventare una lista unitaria, sulle posizione della sinistra europea ed in alternativa chiara alle politiche dei socialisti, europei ed italiani.
Questo indubbio successo politico significa affermare concretamente la possibilità che – a differenza di 5 anni fa – si riesca ad eleggere parlamentari italiani che vadano nel gruppo della sinistra unita nel parlamento europeo. Questo obiettivo è alla portata di mano non solo per il carattere unitario della lista ma anche perché già nei giorni scorsi si è riusciti ad entrare nel circuito della comunicazione massmediatica, facendo diventare la proposta di Alexis Tsipras candidato Presidente un fatto politico già a 4 mesi dalle elezioni.

Non è un risultato da poco e non era per nulla un risultato scontato.

Questo risultato è stato reso possibile dal fronte assai largo che ha sostenuto la candidatura di Tsipras. Ovviamente questo allargamento si salda anche con elementi negativi. Ad esempio la nostra richiesta di costruire un percorso democratico nella definizione dei simboli e della composizione della lista è stata completamente disattesa dai promotori. Nonostante le nostre ripetute richieste e il ripetuto coinvolgimento di Tsipras nella discussione, i garanti della lista non hanno accettato di costruire un percorso democratico che potesse determinare un effettivo spazio pubblico di sinistra. Questa chiusura ad un processo di partecipazione democratico è un grave errore politico dei promotori, che si accompagna ad una serie di esternazioni di cui non si sentiva certo la mancanza.

Detto questo, noi riteniamo che gli errori politici sopra richiamati non mettano in discussione l’importanza di fare una lista unitaria contro le politiche di austerità e che possa portare una delegazione italiana nel parlamento europeo.

La cosa che cambia e di cui occorre prendere atto, è il carattere della lista. Noi abbiamo puntato a fare una lista unitaria di sinistra, costruita dal basso in forme democratiche e partecipate. Abbiamo puntato a fare una lista che fosse il primo passo della costruzione di una Syriza italiana. Così non è. Ci troviamo piuttosto di fronte ad una lista civica, di cui condividiamo la sostanza delle posizioni politiche senza che ne condividiamo i modi di costruzione e larga parte della cultura politica che viene proposta dai promotori. Il risultato concreto è una lista civica antiliberista e non la costruzione di uno spazio pubblico di sinistra.

Qualcuno può pensare che il gioco non vale la candela e a questo riguardo vogliamo far notare due cose:
1) per presentare la lista occorre raccogliere circa 150 mila firme, di cui almeno 3000 in ogni regione (valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Molise e Basilicata comprese). Non si tratta di un compito facile e sicuramente non è alla portata dei soli compagni e compagne di Rifondazione Comunista.
2) Inoltre se non si desse vita ad una lista unitaria è evidente che il contraccolpo politico nel mondo della sinistra sarebbe drammatico e sarebbe piuttosto problematico raggiungere in 4% in un contesto in cui vi sarebbe certamente anche la lista di SEL (che essendo presente in parlamento non ha bisogno di raccogliere le firme per presentare la lista alle europee).

Per questo, la lista per Tispras promossa dai professori, con tutti i suoi limiti può essere un valido strumento attraverso cui raggiungere e superare il 4% e questo può essere il passaggio propedeutico per avviare il processo di costruzione di una Syriza in Italia.

Noi non vogliamo sottovalutare i problemi e pensiamo che vadano registrati i limiti profondi di questa lista. Nel contempo dobbiamo valorizzare quello che si è riuscito a fare. Avremo quindi una lista nello sostanza ben orientata politicamente con la presenza di candidati del Partito della Rifondazione Comunista nella lista, in ogni circoscrizione, che dovremo cercare di eleggere.

Per questo vi chiediamo di registrarvi presso il sito della lista che chiude le sue registrazioni alle ore 18 di domenica all’indirizzo http://www.listatsipras.eu

Per quanto riguarda la votazione dei simboli non riteniamo di dover dare una indicazione in quanto noi avevamo proposto di mettere in consultazione anche un simbolo con la scritta sinistra ma i simboli posti in consultazione sono sostanzialmente varianti dello stesso logo e non cambia molto che passi uno o passi l’altro. Nei prossimi giorni si tratterà però di pronunciarsi sulla lista in quanto tale e poi sul programma per cui è bene che tutti i compagni e le compagne siano registrati sul sito in modo da avere diritto di parola.

In ogni caso, come sapete, dal 21 al 24 febbraio ci saranno gli attivi territoriali in cui si terrà la consultazione delle iscritte e degli iscritti del Prc sulla nostra adesione alla lista Tsipras, come deciso in congresso e proposto dalla Direzione Nazionale del partito .
Noi riteniamo che, nonostante le difficoltà si debba andare convintamente avanti, ma l'esito della consultazione sarà ovviamente vincolante sul da farsi.

Un caro saluto

Paolo Ferrero
Maurizio Acerbo
Fabio Amato
Giovanna Capelli
Roberta Fantozzi
Eleonora Forenza
Marco Gelmini
Nando Mainardi
Rosa Rinaldi
Raffaele Tecce

I limiti di elaborazione del PRC sul tema sindacale, la necessità di una lettura di classe e del conflitto. OdG del CPR Abruzzo.

Il Testo Unico sulla Rappresentanza, sottoscritto lo scorso 10 gennaio da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria, è il proseguo naturale,inevitabile e peraltro da molto tempo annunciato dell’accordo sull’esigibilità dei contratti e sulla rappresentanza sindacale firmato dalle stesse parti il 31 maggio 2013.
Quest’ultimo mostrava già tutte le criticità che l’accordo del 10 gennaio ha reso esplicite: esclusione dalla rappresentanza dei sindacati conflittuali; possibilità di derogare in senso peggiorativo i contratti nazionali, secondo le previsioni dell’accordo del 28 giugno 2011 (prodromo dell’articolo 8 del DL 13 agosto 2011, n.138); esigibilità dei contratti (ovviamente anche in deroga) che non poteva non esprimersi nella previsione di sanzioni.
Rifondazione Comunista su questo tema ha mostrato pesanti limiti di prospettive,considerando l’accordo del 31 maggio 2013 un avanzamento rispetto a quello del 28 giugno 2011. Era invece palese (come tra l’altro evidenzia in altri termini la stessa Cgil) che questi rappresentassero un “combinato disposto”. Il risultato evidente è una grave limitazione per i lavoratori alla possibilità di agire il conflitto, dal momento che si andavano ponendo le basi di un accresciuto comando padronale sul lavoro.
Il  CPR Abruzzo ritiene pertanto necessario che il partito elabori a livello nazionale un’analisi adeguata alla fase attuale del sindacato, che sta subendo una svolta radicale rispetto alla sua natura, determinandosi sempre meno come organizzazione dei lavoratori e sempre più delle burocrazie centrali. In questo senso la deriva neocorporativa, palese da tempo in Cisl e Uil anche per la loro impostazione ideologica padronale, sta trascinando anche la Cgil. La portata degli accordi del 10 gennaio 2014, del 31 maggio 2013 e del 28 giugno 2011 stanno in questo quadro, che occorre mettere in discussione complessivamente.
In tale contesto, come dimostra l’evoluzione stessa del congresso della CGIL in corso, andrebbero evitate contrapposizioni manichee,rimettendo al centro della discussione in maniera unificante i temi di fondo. Nel pieno rispetto delle autonome scelte di posizionamento dei singoli compagne e compagni all’interno della CGIL, bisogna produrre uno scarto di merito e di metodo.
Per noi, per il partito e per i comunisti, la priorità dovrebbe essere ricostruire il tessuto di una lettura di classe a livello di massa della crisi e del conflitto nei luoghi di lavoro. E ciò va ben oltre la fisiologica dialettica interna alla pur importante fase congressuale della CGIL.
Il CPR Abruzzo, sulla scorta dell’Ordine del giorno della Federazione di Chieti approvato nel IX congresso nazionale, invita pertanto il partito a livello nazionale «ad organizzare momenti di discussione sul tema della democrazia nei luoghi di lavoro e di contrasto agli accordi che limitano i diritti dei lavoratori o li subordinano alla cosiddetta ‘competitività d’impresa’», ponendo la democrazia e l’agibilità sindacale quali questioni fondamentali «per la difesa e la tutela dei diritti nei luoghi di lavoro e per agire il conflitto quale terreno indispensabile per le conquiste dei lavoratori».
Il CPR Abruzzo ritiene che tali questioni dovrebbero rappresentare una linea di indirizzo di intervento politico per le/i compagne/i di Rifondazione Comunista impegnati nella discussione congressuale della Cgil. Appare evidente, infatti, che le gravi limitazioni imposte dagli accordi citati all’agibilità sindacale ed alle lotte dei lavoratori contrastano pesantemente con la possibilità, auspicata dal CPN dell’11 e 12 gennaio di determinare «una svolta, che rimetta al centro la costruzione della mobilitazione, del conflitto e di un progetto alternativo alle politiche liberiste, per i diritti sociali e del lavoro».
Il CPR Abruzzo invita quindi le/i compagne/i abruzzesi: a promuovere nelle sedi congressuali della Cgil la messa in discussione dell’accordo del “Testo Unico sulla Rappresentanza” quale inevitabile conseguenza dei precedenti accordi interconfederali del 28 giugno 2011 e del 31 maggio 2013; a porre in essere iniziative di contrasto ad esso quali banchetti, volantinaggi, assemblee, ecc; ad aprire contemporaneamente una campagna di sensibilizzazione sui temi centrali e più qualificanti del Piano del Lavoro elaborato dal Partito, da promuovere sia nel congresso della Cgil sia in vista delle prossime elezioni regionali ed europee.

Pescara, 14/02/2014
Approvato all'unanimità.

venerdì 14 febbraio 2014

Ente Parco Abruzzo Lazio e Molise: i predatori della POLTRONA PERDUTA

Ciò che sta avvenendo intorno alla nomina del Presidente dell'Ente Parco Abruzzo Lazio e Molise è per molti versi sconcertante. Questa affannosa rincorsa alla POLTRONA DEL PRESIDENTE offende i cittadini del Parco e non risolve i problemi del Parco, anzi li acuisce giorno dopo giorno! Nonostante l’iter della nomina sia stato quasi concluso (proposta di nomina del Ministro dell’Ambiente, parere favorevole delle Regioni interessate, parere favorevole della Commissione Ambiente del Senato, discussione e parere sospeso della Commissione Ambiente della Camera ), ancora oggi non si riesce a scrivere la parola fine a questa vicenda che sta danneggiando seriamente il nostro Parco privandolo, di fatto, degli organismi di gestione democratica previsti dalla legge vigente. Nessuno parla di programmi e di progetti del territorio del Parco, nessuno pensa al Parco del futuro.. tutti guardano alla tanto agognata POLTRONA DEL PRESIDENTE! E intanto i rappresentanti delle comunità locali, che tanto amore stanno profondendo in questi giorni verso il Parco, ieri non sono riusciti a celebrare l’Assemblea della Comunità del Parco per… mancanza del numero legale. E’ semplicemente scandaloso! E’ un comportamento deprecabile e irresponsabile, frutto di beghe politiche, che nuoce gravemente all’immagine e alla funzionalità della Comunità del Parco e del Parco stesso. E’ giunta l’ora di chiudere rapidamente questa vicenda, di nominare ufficialmente il nuovo Presidente e di ridare al Parco, nella pienezza dei suoi poteri, il governo democratico che da troppo tempo ormai aspetta!! 

Pescasseroli 13 febbraio 2014

FRANCESCO MAROLA Segretario PRC Federazione di L’Aquila

SILVANO DI PIRRO Responsabile Ambiente PRC Federazione di L’Aquila