martedì 11 marzo 2014

LA CANDIDATURA D’ALFONSO RIMANE INOPPORTUNA

E’ tipicamente berlusconiano pensare che il voto delle primarie cancelli le questioni che rendono inopportuna la candidatura di Luciano D’Alfonso, tra cui ricordiamo quella non secondaria che un’eventuale condanna in appello riporterebbe al voto la Regione dopo pochi mesi.
  
Il risultato delle primarie non modifica quindi il nostro giudizio sull'inopportunità della candidatura di Luciano D'Alfonso alla Presidenza della Regione Abruzzo semmai lo rafforza.
 
La bassa affluenza dimostra che c’è un malessere diffuso rispetto a un PD che in Abruzzo ha collezionato negli ultimi anni più inchieste della camorra in Campania ma che non riesce a fare i conti con la questione morale.
 
Soltanto le comunali di Pescara e di altri piccoli centri hanno risollevato un dato di affluenza che appare piuttosto gonfiato per nascondere il flop sul territorio regionale.
 
Dopo il Fatto quotidiano anche La Stampa ha segnalato il caso Abruzzo e non c'è davvero bisogno di essere giustizialisti per rendersi conto che in qualsiasi paese europeo i fatti e le relazioni oggetto delle inchieste avrebbero spinto a un prudente passo indietro.
 
E’ vero che le responsabilità penali sono personali e vanno accertate in sede giudiziaria, ma è invece collettiva la responsabilità politica del centrosinistra abruzzese per la sua ormai storica indifferenza verso la questione morale che viene confermata anche da questa vicenda.
 
Il cambiamento in Abruzzo non può certo essere rappresentato dalla candidatura di D'Alfonso e dal caravanserraglio che ha aggregato, pieno di transfughi del centrodestra e di ras clientelari che hanno lasciato in eredità centinaia di milioni di debiti nelle società dell'acqua.
 
Sarebbe stato per noi comodo garantirci il rientro in Consiglio Regionale facendo finta che tutto vada bene e mettendoci al sicuro all’ombra di una coalizione che viene data vincente ma non vogliamo aggiungerci alla schiera già affollatissima degli ignavi.
 
Rifondazione Comunista non sosterrà alle regionali questo centrosinistro (la o finale non e' un errore ortografico) dato che è persino dubbio che possa essere qualificato un "meno peggio": le relazioni di D'Alfonso con le imprese ci sembrano più preoccupanti di quelle di Pagano e Chiodi con le amanti.
 
Lavoreremo per costruire con l’altro Abruzzo, quello che non ne può più dei vecchi sistemi di potere e si batte per i beni comuni, una proposta alternativa, di sinistra e ambientalista.

 Marco Fars, segretario regionale PRC-Sinistra Europea

 Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC-Sinistra Europea

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