Domani in tutta Italia partirà la campagna referendaria per il ripristino dell'articolo 18, cancellato dal presente governo, e per l'abrogazione dell'articolo 8 di Sacconi, ex-ministro del governo Berlusconi, che di fatto annulla il valore del Contratto Collettivo di Lavoro aprendo alle deroghe senza fine dei contratti aziendali.
Una forte continuità dunque tra il precedente Governo e il Governo Monti, evidenziata anche nell'incontro con Giorgio Cremaschi che si è svolto ieri a L'Aquila, promosso dai firmatari dell'appello "Mobilitiamoci contro Monti e il montismo".
Ma l'abrogazione dell'articolo 18 non può essere ascrivibile solo all'ambito del centrodestra: la riforma è stata votata con il sostegno decisivo del Partito Democratico, così come altri provvedimenti del governo Monti che colpiscono lavoratori salariati e pensionati mentre non toccano i patrimoni, le pensioni d'oro, né seriamente la speculazione finanziaria, lambita in maniera irrisoria da una tobin tax allo 0,1%.
La campagna referendaria sul lavoro esprime un modello di alternativa possibile, fondata sulla redistribuzione della ricchezza e dei diritti che sono stati sottratti al lavoro e dati ai profitti. Rifondazione Comunista ritiene che la campagna referendaria possa segnare un punto di svolta decisivo: bisogna al più presto costituire comitati referendari unitari, al pari di quelli messi in campo per i beni comuni nel giugno 2011. Anche questa può essere l'occasione di esprimere un sentimento maggioritario nel nostro territorio provinciale e nel paese.
Francesco Marola - segretario provinciale Partito della Rifondazione Comunista
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