mercoledì 25 maggio 2011

Servizi sociali, nei comuni del cratere si rischia il blocco

Dal primo di giugno la sopravvivenza dei servizi essenziali alle persone nei comuni montani del cratere è messa a rischio dai tagli alle risorse operati dalla regione Abruzzo. Centinaia di utenti rischiano di non poter più contare sul sostegno degli operatori sociali che quotidianamente portano un po' di sollievo nelle più difficili situazioni di disagio. Chi opera nel sociale sa bene di lavorare,da anni, in un settore delicatissimo e strategico in una condizione di costante e permanente incertezza. Prima le esternalizzazioni dei servizi dagli enti verso la cooperazione sociale ha prodotto un oggettivo peggioramento delle condizioni lavorative degli operatori. Poi il graduale ed inesorabile taglio delle risorse economiche verso gli enti appaltatori ha generato una crisi gravissima del welfare regionale costringendo i comuni e le comunità montane a scelte dolorose come quelle di abbandonare(nel vero senso della parola) anziani, disabili e minori al proprio destino. Oggi la scure della regione si abbatte dove fa più male colpendo principalmente aree montane e terremotate dove maggiore è l'incidenza della popolazione che necessità di assistenza. Se il tavolo convocato dai comuni e dai sindacati per il 30 maggio con l'assessore regionale Gatti non darà risposte e risorse concrete centinaia di operatori saranno licenziati o messi in cassa integrazione con il conseguente blocco totale dei servizi. Bisogna ,invece, investire e pianificare gli interventi. La civiltà e lo sviluppo di un territorio si vedono da quanto è sviluppata la sua rete sociale. Ogni iniziativa per rilanciare questo settore è una mano tesa a chi vive in condizioni di disagio.

Goffredo Juchich - PRC L'Aquila

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